Autore Salvatore Sebaste

Data 2014

Materiale e tecnica Tecnica Mista

Dimensioni 80×90 cm

Stato di conservazione Ottimo

Nel 1960, il geologo ed esploratore belga Jean de Heinzelin (1920-1998) scoprì un osso nella zona del villaggio di pescatori, Ishango, vicino alle sorgenti del fiume Nilo, nel Congo. L’osso di Ishango, è un reperto datato al paleolitico superiore, all’incirca 18.000 anni a.C., su cui è presente una serie d’incisioni raggruppate in tre colonne.
Alcuni ricercatori hanno suggerito che fossero le donne a usare l’osso di Ishango come calendario lunare per il calcolo dei cicli mestruali. Questo indica che probabilmente sono state le donne a essere le prime matematiche della storia dell’umanità.

Salvatore Sebaste ha fissato sulla sua superficie l’osso di Ishango (dopo averlo trattato col fuoco) su cui erano incisi i segni che raccontavano i cicli mestruali delle donne. Esso termina in una rosa rossa, forse per esaltare la procreazione.
La sculturina di terracotta, in alto, accanto all’osso di Ishango, rappresenta la grande dea madre, la potente divinità, da cui dipendeva ogni forma di vita umana, vegetale e animale.
La superficie dell’opera, costellata di occhi sul lato destro, evidenzia una materia cosmica, che sprigiona nelle sue vibrazioni un mondo nascosto di memorie rarefatte e filtrate nel tempo; il segno bianco che racchiude i vari elementi e, i colori (dal bruno scuro dello sfondo ai gialli, ai rossi, al nero) si armonizzano in una danza sacra, rivelando notevole sicurezza e maturità creativa dell’artista.