Autore Salvatore Sebaste

Data 2014

Materiale e tecnica Tecnica Mista

Dimensioni 90×80 cm

Stato di conservazione Ottimo

Da una parola inca, che significa nodo, il quipu era una corda lunga circa 60 cm, alla quale erano annodate delle cordicelle multicolori più sottili, caratterizzate dalla presenza di nodi. I quipu erano usati dagli Inca come dei moderni database e rappresentavano i numeri associati agli oggetti del mondo reale: i nodi indicavano le cifre e i colori, i significati. Potevano così servire come supporto alla rappresentazione di fatti liturgici, cronologici o statistici e servire anche da calendario o come mezzo di trasmissione di messaggi. I colori esprimevano oggetti concreti o idee astratte, il bianco indicava, per esempio, l’argento o la pace; il giallo l’oro; il rosso il sangue o la guerra; ecc.

Su ogni cordicella erano rappresentati numeri secondo il sistema su base decimale. All’estremità inferiore della corda si ponevano le unità, sopra le quali si trovavano le decine e via  più in alto, le unità superiori.

Oggi alcuni sistemi informatici hanno un file manager chiamato quipu, in onore di questo dispositivo matematico dell’antichità.

 La particolare figura umana rappresentata pare abbia misteriosi poteri. Evidenzia, nella parte inferiore i quipu, ancora oggi usati dai pastori peruviani e boliviani.

In alto, un teschio con due occhi: due idoletti di terracotta a forma di figure umane rappresentano per l’artista, la vittoria della Vita sulla Morte e la fugacità dell’esistenza.

Sotto, la maschera di colore bruno materico, semplici motivi ornamentali stilizzati con colori brillanti danno un effetto decorativo. Due frammenti di terracotta, alle estremità delle braccia, completano la composizione dalle molteplici forme del tempo.