s.d.

lunghezza: 70 cm; altezza massima : 30 cm; diametro del doppio cono: 35 cm.

Si può osservare che il doppio cono, appoggiato in prossimità del vertice delle due guide d’appoggio, risale rotolando lungo il piano inclinato, in apparente contrasto con la legge di gravità.
Il paradosso si spiega perché il movimento dei gravi dipende da quello del baricentro che scende naturalmente verso la posizione più bassa compatibile con i vincoli; in effetti, poiché i binari sono divaricati, il centro di gravità del doppio cono, che si trova nell’intersezione tra il suo asse e la base comune ai due coni, non sale affatto quando l’intero corpo sembra procedere verso l’alto, ma in realtà scende, come ben si vede posizionando l’occhio al livello della base dell’apparecchio.

Da qui il nome di “paradosso meccanico” con cui è conosciuto fin dalla fine del XVII secolo (descritto per la prima volta da Leybourn nel 1694).

Foto e video: G. Motta, SBB-ASAB Politecnico di Milano