Solartron Electronic Group, 1958
126x78x50 cm
La calcolatrice analogica è una macchina che, fondamentalmente, consente di determinare la soluzione di un sistema di equazioni differenziali ordinarie.
La macchina esposta è dotata di dieci amplificatori operazionali che consentono la simulazione di sistemi di equazioni differenziali ordinarie, lineari e a coefficienti costanti, purché l’ordine del sistema non sia superiore a dieci. Sono anche presenti due moltiplicatori che permettono l’inserzione in tali equazioni di una classe significativa di non linearità.
I calcolatori analogici sono composti da circuiti elettrici dotati di sommatori, moltiplicatori e integratori, da un generatore di forme d’onda applicato all’ingresso e da un oscilloscopio in uscita, che permette di misurare i risultati.
Venivano utilizzati prevalentemente per scopi didattici e nell’ambito dell’automazione industriale.
Nello specifico, il Minispace è in grado di risolvere una equazione differenziale fino al quinto ordine, un sistema di due equazioni differenziali fino al terzo ordine, e multipli sistemi con retroazione (feedback loop).
Il più grande limite dei calcolatori analogici è costituito dalla modalità di rappresentazione dei dati al loro interno: associando il valore di un dato alla differenza di potenziale di un segnale, la precisione dei dati è vincolata dalla tolleranza dei circuiti elettronici interni allo strumento. Per contrapposizione, un calcolatore digitale utilizza una codifica, tipicamente binaria, per memorizzare i dati, rendendo questi ultimi indipendenti dalle caratteristiche fisiche dei componenti elettronici. . Anche per questo motivo, i calcolatori elettronici furono sostituiti in poco tempo dai calcolatori digitali, molto più precisi e ugualmente rapidi nella fase di calcolo.
Oggigiorno i calcolatori analogici trovano talvolta ancora impiego nel campo delle reti neurali, per descrivere il comportamento dei neuroni del cervello animale.
Foto: G. Motta, SBB-ASAB Politecnico di Milano